Vita di San Martino di Tours

san_martinoNatali e giovinezza

S.Martino nacque nel 316/317 a Szombathély, l’ antica Savaria, in Pannonia, l’ attuale Ungheria, ai confini con l’ Austria orientale e trascorse la sua infanzia in Italia a Pavia.  Si arruolò giovanissimo nell’ esercito imperiale, per volontà del padre, ufficiale dell’ esercito, che aveva scelto per lui il nome di Martino in onore di Marte, dio della guerra. A quell’ epoca il cristianesimo, ormai riconosciuto ufficialmente, si stava espandendo a macchia d’ olio in tutto l’ impero. Martino venne educato nella fede cristiana quando era ancora ragazzo, ma non ricevette il battesimo, che di solito comportava la rinuncia alla carriera militare.

San Martino a Ligugé

Martino non solo era attratto  dalla fede cristiana, ma sognava addirittura una vita di consacrazione al Signore. Ma l’ opposizione violenta da parte dei genitori lo costringe a rinunciare a questo suo desiderio, che potè realizzare molto più tardi, in età già adulta. Il suo fu pertanto un lungo catecumenato, contrassegnato da episodi rimasti celebri, come quello di Amiens, quando divise il suo mantello di soldato con un mendicante e da incontri con persone famose, come quello a Trier con S. Atanasio, che vi era stato esiliato per alcuni anni.

Aveva abbondantemente superato i 40 anni quando Martino nel 361 si ritira a Ligugé, nei pressi di Poitiers, in un’ area semidistrutta che gli era stata donata da S. Ilario, vescovo di Poitiers. Lì Martino dà inizio ad una forma di vita monastica, la prima in Occidente, ancora prima di S. Benedetto, ispirandosi ai monaci d’ Oriente. Il suo ideale monastico, che segnerà tutta la sua vita, consisteva nell’ unire insieme una profonda umiltà di cuore ed una grande povertà con una passione per l’ azione pastorale. Di Martino sorprendeva la ricchezza della vita interiore, tutta ‘protesa verso il cielo’, che egli alimentava tramite una continua preghiera ed il disprezzo dei valori mondani, quali la ricchezza e gli onori. Le pratiche ascetiche miravano esclusivamente a mantenere il contatto con Dio.

San Martino, Vescovo di Tours

Quando Martino già pensava di concludere la sua esistenza nella preghiera e nel nascondimento dovette fare i conti con Dio che aveva altri piani su di lui. Benché controvoglia, nel 371, infatti, accettò di essere eletto, e lo fu a furor di popolo, vescovo di Tours, dove per ben 26 anni guidò quella giovane chiesa con fermezza e saggezza, diffondendo il vangelo nelle campagne circostanti e difendendo i contadini dalle angherie e dai soprusi dei potenti. Il metodo pastorale di San Martino era molto semplice : visitare, incontrare, fare ritiri. La sua azione pastorale valicò i confini della diocesi di Tours : Trier, Parigi, Chartres. Accoglieva con gioia ed umiltà quanti andavano da lui.

Pregava senza sosta, anche quando sembrava che facesse dell’ altro. Anche da vescovo continuò ad abitare nella sua semplice casa di monaco e qualche anno più tardi fece costruire un monastero ,poco distante dalla città di Tours, che divenne per qualche tempo la sua residenza, dove, assieme ad altri monaci, conduceva una vita di condivisione nella preghiera e nell’ impegno apostolico.

Fu difensore indefesso dell’ ortodossia della fede: si preoccupava continuamente di preservarne  la purezza tramite una parola persuasiva che toccava anche i cuori più induriti.

I tratti caratteristici di S. Martino

  • Uomo di carattere
  • Volontà di un soldato
  • Fede di un bambino
  • Obbedienza di un monaco
  • Zelo di un missionario
  • Sicurezza di un saggio

Di lui fu detto: ‘Fu soldato per forza, vescovo per dovere, monaco per scelta e pari agli apostoli.’

San Martino, oggi

  • Vissuto tra continui spostamenti  e con l’ esperienza dello sradicamento, quale moderno migrante, incoraggia a fondare i propri ideali su un’ altra terra, quella celeste
  • Catecumeno molto giovane, fa da riferimento a quanti preparano il loro battesimo, la loro cresima, la loro prima partecipazione alla comunione eucaristica
  • Uomo di condivisione e di carità, stimola la responsabilità di ognuno di fronte a tutte le forme di rifiuto del povero e del bisognoso
  • Monaco prima di tutto, apre nuovi orizzonti alla vita religiosa
  • Vescovo indefesso, invita ad incontrare ogni uomo, a distruggere ciò che lo incatena per  riportarlo alla libertà ed alla vera vita
  • Mistico, infine, orienta verso Dio mediante l’ ascolto del Verbo sotto l’ ispirazione dello Spirito Santo

Morte di San Martino a Candes 

S. Martino aveva previsto da tempo la sua morte e l’ aveva comunicata ai suoi confratelli. Poiché nella parrocchia di Candes  c’ erano dei litigi tra i membri del clero, S. Martino, desideroso di mettere pace tra di loro, vi si recò, accompagnato da alcuni discepoli. Ottenuta la pace e quando già pensava di fare ritorno al suo monastero, incominciarono a mancargli le forze: convoca i confratelli e comunica loro che sta per morire. La notizia provoca in loro costernazione, dolore e pianto ed insistono perché egli non li abbandoni. Allora Martino, commosso, prega il Signore dicendo: ‘O Signore, se ancora sono necessario al tuo popolo non mi tiro indietro, ma sia fatta la tua volontà’. Così Martino, benché  adagiato su un lettuccio di cenere e di cilicio e nonostante la febbre violenta, ha ancora la forza  di pensare all’ opera di Dio.  Continuando a pregare e con gli occhi e le mani tese verso il cielo emette infine il suo spirito. Era l’ 8 novembre 397.

La notizia della morte di Martino si diffuse rapidamente, richiamando sul posto un’ immensa folla.

Gli abitanti di Poitiers e quelli di Tours si contesero  il suo corpo.

La ricorrenza liturgica cade l’ 11 novembre, giorno dei suoi funerali a Tours.

San Martino  nell’  arte

La ‘ Vita di San Martino’, pubblicata da Sulpicio Severo, agli inizi del 400, ebbe un grande successo letterario, al punto di far conoscere S. Martino nell’ intera cristianità e favorendo in tal modo pellegrinaggi a Tours, nella speranza di trovare sulla sua tomba la salute del corpo  e dell’ anima.

A S. Martino furono dedicate migliaia di chiese ( oltre 4.000 nella sola Francia) , mentre numerosi artisti hanno riprodotto nelle vetrate, nella pittura e scultura episodi narrati da Sulpicio Severo, in particolare la famosa scena di Amiens ove Martino divise il suo mantello di soldato con un mendicante.

Tradizioni in onore  di  San Martino

L’11 novembre i bambini delle Fiandre e delle aree cattoliche della Germania e dell’Austria, nonché dell’Alto Adige, partecipano a una processione di lanterne, ricordando la fiaccolata in barca che accompagnò il corpo del santo a Tours. Spesso un uomo vestito come Martino cavalca in testa alla processione. I bambini cantano canzoni sul santo e sulle loro lanterne.

Il cibo tradizionale di questo giorno è l’oca. Secondo la leggenda, Martino,che era riluttante a diventare vescovo, si nascose in una stalla piena di oche; il rumore fatto da queste rivelò però il suo nascondiglio alla gente che lo stava cercando.

In anni recenti la processione delle lanterne si è diffusa anche nelle aree protestanti della Germania, nonostante il fatto che la Chiesa protestante non riconosca il culto dei santi.